giovedì 22 dicembre 2011

LA CORSA sul monte Ortobene - "Su Monte"

No, non è vero che l'Ortobene
possa paragonarsi ad altre
montagne;
l'Ortobene è uno solo
in tutto il mondo:
è il nostro cuore, è l'anima nostra,
il nostro carattere, tutto ciò che vi è 
di grande e di piccolo,
di dolce e duro ed aspro
e doloroso in noi.
                          
                            Grazia Deledda

Sono passati più di tre mesi da quando ho deciso di correre in totale armonia con le sensazioni. Dopo diverse settimane di corse nei percorsi campestri fuori da Nuoro, la scelta cade immancabilmente sul Monte Ortobene. Non sono pochi i percorsi poco frequentati e che conservano antichi ricordi del primo insediamento della città di Nuoro. I percorsi che prediligo sono quelli più aspri, più ripidi, irregolari e con il fondo che crea difficoltà anche alla semplice camminata.    
Per rendere un po' l'idea ho scattato qualche foto nei rari momenti di pausa per riprendere fiato.
Sin dai primi metri della corsa su questi terreni cerco di avere un monitoraggio completo delle sensazioni. Correre senza una condizione ottima può trasformarsi facilmente in un'avventura oltre i normali limiti di sicurezza. Per cui cerco di verificare eventuali dolori, problemi muscolari, tendinei o altro. 
Dopo i primi metri dedicati al monitoraggio e dopo un buon riscaldamento si parte a tutta. Da qua in poi devo solo equilibrare le forze in base alla lunghezza dell'uscita. Questo tipo di corsa la effettuo da solo, per tutto il resto ci penserà la montagna. E' d'obbligo riuscire a diventare tutt'uno con la conformazione del terreno, le asperità e quant'altro.    
Solo così ci si può lasciare andare. Mi piace la sfida e questi sono momenti bellissimi, incantevoli, così come le bellezze del paesaggio.
Ogni tanto il piede sprofonda nel terreno umido, qualche volta bagnato. Porto sempre qualche paio di calze di ricambio e qualche maglietta asciutta che indosso quando arrivo al giro di boa prescelto.
Qualche volta il fondo si presenta scivoloso. Il piede sopra il granito umido non conosce scarpa che mantenga il giusto grip.
Ogni tanto attraverso alcuni tratti con terreno meno difficoltoso da percorrere. Sono i momenti migliori per riprendere fiato in maniera regolare senza il rischio di inciampare o perdere l'equilibrio.
Altri percorsi sono ripidi in maniera esagerata ma per questo più consoni con la mia voglia di andare oltre. Per contro al rientro diventano discese pazzesche.
La discesa la faccio a tutta senza la possibilità di variare la traiettoria o voltarsi. Il cuore è a mille, non sento la fatica, il cocktail di sensazioni ed emozioni è molto forte.
Qualche volta l'orientamento mi tradisce, sbaglio strada e allora sono guai perché il tempo previsto si allunga e rischio di dover rientrare nell'oscurità, ma anche questo sarà uno dei prossimi obbiettivi. 
Appena avrò memorizzato i sentieri che percorro normalmente, mi divertirò con qualche puntatina al buio (una notte di luna piena), forse con qualche lampada frontale per emergenza.
Nella strada del ritorno vengo attratto da una roccia, scatto una foto. Sulla sinistra si intravede la sagoma di un volto. Favoloso.  

12 commenti:

Costantino ha detto...

Un incanto le foto del Monte Ortobene,accompagnate dai versi di Gzazia Deledda.
Buon Natale,Costantino

Unknown ha detto...

bellisime foto e pasesaggi fantastici, correre lì deve essere un piacere

Albe che corre ha detto...

corsa e magia! ..in certi luoghi si entra in un'altra dimensione!

Fathersnake ha detto...

Foto da National Geographic. Conosco bene le sensazioni che hai provato: correre soli in mezzo alla Natura è magico.

CHICO68 ha detto...

Tostissima la salita...

Giuseppe ha detto...

Correre da solo in questi percorsi regala sensazioni indescrivibili che dentro i versi della Deledda si riflettono limpide.
Ciao Costantino, Buon Natale anche a te.

Giuseppe ha detto...

Ciao Alessio.
Sono convinto che in ogni luogo si possano cogliere questi piacevoli colori.
Sicuramente non è semplice, ma possibile.

Giuseppe ha detto...

Ciao Albe.
E' bellissimo riprovare le stesse sensazioni di quando si era ragazzini.

Giuseppe ha detto...

Ciao fathersnake.
Proprio così, un sogno che diventa realtà.

Giuseppe ha detto...

Ciao Chico68.
Confermo, il sangue che pulsa impazzito e le soste obbligate per poter andare avanti.

andrea dugaro ha detto...

quanto adoro sti percorsi,
siamo identici da questo punto di vista
è un viaggio con il fisico ma in parallelo la mente traccia il suo che resta dentro per sempre
auguri di buon natale

Exita ha detto...

lo leggo solo ora ma non posso evitare di commentare: semplicemente meraviglioso!!! appena il tibiale si rimette del tutto voglio anch'io organizzare un'uscita così anche se trovare un ambiente simile in Lombardia significa dover prendere l'auto e farsi un pacco di km...