No, non è vero che l'Ortobene
possa paragonarsi ad altre
montagne;
l'Ortobene è uno solo
in tutto il mondo:
è il nostro cuore, è l'anima nostra,
il nostro carattere, tutto ciò che vi è
di grande e di piccolo,
di dolce e duro ed aspro
e doloroso in noi.
Grazia Deledda
Per rendere un po' l'idea ho scattato qualche foto nei rari momenti di pausa per riprendere fiato.
Sin dai primi metri della corsa su questi terreni cerco di avere un monitoraggio completo delle sensazioni. Correre senza una condizione ottima può trasformarsi facilmente in un'avventura oltre i normali limiti di sicurezza. Per cui cerco di verificare eventuali dolori, problemi muscolari, tendinei o altro.
Dopo i primi metri dedicati al monitoraggio e dopo un buon riscaldamento si parte a tutta. Da qua in poi devo solo equilibrare le forze in base alla lunghezza dell'uscita. Questo tipo di corsa la effettuo da solo, per tutto il resto ci penserà la montagna. E' d'obbligo riuscire a diventare tutt'uno con la conformazione del terreno, le asperità e quant'altro.
Ogni tanto il piede sprofonda nel terreno umido, qualche volta bagnato. Porto sempre qualche paio di calze di ricambio e qualche maglietta asciutta che indosso quando arrivo al giro di boa prescelto.
Qualche volta il fondo si presenta scivoloso. Il piede sopra il granito umido non conosce scarpa che mantenga il giusto grip.
Ogni tanto attraverso alcuni tratti con terreno meno difficoltoso da percorrere. Sono i momenti migliori per riprendere fiato in maniera regolare senza il rischio di inciampare o perdere l'equilibrio.
Altri percorsi sono ripidi in maniera esagerata ma per questo più consoni con la mia voglia di andare oltre. Per contro al rientro diventano discese pazzesche.
Qualche volta l'orientamento mi tradisce, sbaglio strada e allora sono guai perché il tempo previsto si allunga e rischio di dover rientrare nell'oscurità, ma anche questo sarà uno dei prossimi obbiettivi.
Appena avrò memorizzato i sentieri che percorro normalmente, mi divertirò con qualche puntatina al buio (una notte di luna piena), forse con qualche lampada frontale per emergenza.
Nella strada del ritorno vengo attratto da una roccia, scatto una foto. Sulla sinistra si intravede la sagoma di un volto. Favoloso.
12 commenti:
Un incanto le foto del Monte Ortobene,accompagnate dai versi di Gzazia Deledda.
Buon Natale,Costantino
bellisime foto e pasesaggi fantastici, correre lì deve essere un piacere
corsa e magia! ..in certi luoghi si entra in un'altra dimensione!
Foto da National Geographic. Conosco bene le sensazioni che hai provato: correre soli in mezzo alla Natura è magico.
Tostissima la salita...
Correre da solo in questi percorsi regala sensazioni indescrivibili che dentro i versi della Deledda si riflettono limpide.
Ciao Costantino, Buon Natale anche a te.
Ciao Alessio.
Sono convinto che in ogni luogo si possano cogliere questi piacevoli colori.
Sicuramente non è semplice, ma possibile.
Ciao Albe.
E' bellissimo riprovare le stesse sensazioni di quando si era ragazzini.
Ciao fathersnake.
Proprio così, un sogno che diventa realtà.
Ciao Chico68.
Confermo, il sangue che pulsa impazzito e le soste obbligate per poter andare avanti.
quanto adoro sti percorsi,
siamo identici da questo punto di vista
è un viaggio con il fisico ma in parallelo la mente traccia il suo che resta dentro per sempre
auguri di buon natale
lo leggo solo ora ma non posso evitare di commentare: semplicemente meraviglioso!!! appena il tibiale si rimette del tutto voglio anch'io organizzare un'uscita così anche se trovare un ambiente simile in Lombardia significa dover prendere l'auto e farsi un pacco di km...
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